La chetogenica non è una dieta iperproteica

10/01/2023
La chetogenica non è una dieta iperproteica

Recentemente è andata in onda una trasmissione televisiva durante la quale si è parlato di dieta chetogenica. La terapia nutrizionale è stata indicata come “dieta iperproteica”. È davvero un peccato vedere ancora oggi quanta disinformazione ci sia in questo campo, ma soprattutto è un peccato che la disinformazione raggiunga il grande pubblico.
La dieta chetogenica innanzitutto non è una semplice dieta ma una vera e propria terapia - ormai applicata in svariati campi della medicina - che, nelle mani di un professionista esperto, può rappresentare uno strumento estremamente efficace.

In realtà della dieta chetogenica non si dovrebbe parlare né male né bene, ma solo correttamente.

Questo articolo, partendo dalla definizione di “dieta chetogenica”, vuole dimostrare perché il protocollo nutrizionale in questione non è e non può in nessun caso essere iperproteico.


DEFINIZIONE DI DIETA CHETOGENICA
 

La dieta chetogenica è una strategia nutrizionale in grado di indurre e mantenere uno stato cronico di chetosi, ovvero una condizione metabolica in cui i grassi e i corpi chetonici (da cui prende il nome) vengono usati prevalentemente a scopo energetico.

Per entrare in uno stato di chetosi è necessario mantenere l’introito glucidico giornaliero al di sotto dei 50 g (generalmente il protocollo si mantiene attorno ai 30g/die). Già questo dato ci fa ben capire come lo stato di chetosi prescinda dall’apporto proteico.

Ciò che realmente conta per entrare in chetosi non è la quantità di proteine, ma la quantità di carboidrati giornalieri.
Inoltre, è anche facile comprendere come l’associazione delle due parole “chetogenica-iperproteica” rappresenti in realtà un ossimoro, in quanto sappiamo bene come un eccesso di proteine possa portare a produrre glucosio per gluconeogenesi e quindi ad uscire dallo stato di chetosi.


I DIVERSI APPROCCI CHETOGENICI
Esistono innumerevoli protocolli chetogenici, ma generalmente distinguiamo tra le diete chetogeniche “classiche” esogene (essenzialmente lipidiche) e le diete chetogeniche endogene (molto ipocaloriche e quindi ipolipidiche). Per un maggiore approfondimento potete leggere l’articolo dedicato qui.


LA DIETA CHETOGENICA CLASSICA
Volendo sintetizzare, le chetogeniche esogene sono diete essenzialmente ipoglucidiche e iperlipidiche e vengono applicate principalmente per il trattamento di patologie neurologiche o genetiche/metaboliche: in primis epilessia refrattaria o sindrome da deficit del Glut-1. 
Questi protocolli si basano sul keto-ratio, ovvero la relazione tra la quantità di grassi e la quantità sommata di proteine e carboidrati (in grammi). Più il rapporto è alto e maggiore è la quantità di corpi chetonici usati dal SNC. Generalmente, il rapporto varia da 4:1 a 2:1 a seconda della condizione clinica da trattare. Per approfondire l’argomento, puoi leggere l’articolo dedicato qui.


 

Anche in questo caso, è facile notare come – essendo le proteine al denominatore, la loro quantità deve essere limitata, pena la diminuzione del keto-ratio e della chetonemia, anche se deve essere comunque una quantità idonea al soddisfacimento dei fabbisogni di crescita nel caso in cui il paziente sia, come spesso accade, un bambino.


LA DIETA CHETOGENICA VLCKD
VLCKD è l’acronimo di Very Low Calories Ketogenic Diet, ovvero dieta chetogenica a bassissimo apporto calorico (sotto le 800Kcal/die). Si tratta di protocolli utilizzati essenzialmente per il trattamento dell’obesità morbigena. La VLCKD è un trattamento ipoglucidico, ipolipidico e normoproteico.
La quantità di proteine si calcola generalmente sulla base del peso ideale o della FFM (fat free mass); in ogni caso, si tratta di una quantità idonea ad evitare il catabolismo muscolare, pena la diminuzione del REE.


E allora perché si parla di dieta iperproteica?

l malinteso nasce dall’erronea interpretazione della percentuale dei macronutrienti nelle VLCKD, essendo un protocollo estremamente ipocalorico.
Facendo un esempio, 80 gr di proteine (=320 Kcal) su una dieta di 2000 Kcal rappresentano il 16%, mentre su una VLCKD di 600 Kcal rappresentano oltre il 53%.

Da qui nasce spesso l’associazione tra dieta iperproteica e protocollo chetogenico.

 

 

Sperando di aver fatto un po’ di chiarezza, concludiamo l’articolo con una breve tabella riassuntiva e lasciandovi il seguente messaggio: “Troppe proteine fanno male, ma senza quelle giuste si sta anche peggio”.

 

PERCHE’ LA CHETOGENICA NON È UNA DIETA IPERPROTEICA

La chetosi prescinde dalla quantità di proteine, ma si basa sulla riduzione dei carboidrati

Un eccesso di proteine ostacola la chetosi per gluconeogenesi

Nelle chetogeniche classiche è necessario limitare le proteine per aumentare il keto-ratio

Nelle VLCKD la quantità di proteine è quella sufficiente a mantenere il tessuto metabolicamente attivo

Spesso si confonde la percentuale proteica con la reale quantità idonea al soggetto espressa in grammi