Eritritolo e CVD: Un approccio scientifico

02/03/2023
Eritritolo e CVD: Un approccio scientifico

Il mistero dell'eritritolo e il presunto legame con eventi cardiaci hanno recentemente catturato l'attenzione dei media, con titoli allarmanti che hanno suscitato preoccupazione tra coloro che seguono una dieta chetogenica o consumano regolarmente questo dolcificante. Questo scenario è scaturito da uno studio pubblicato sulla rivista Nature, intitolato "The artificial sweetener erythritol and cardiovascular event risk" [1] nella quale il famoso dolcificante, utilizzato abbondantemente nel mondo chetogenico, viene accusato di essere responsabile di attacchi cardiaci.

In questo articolo, esamineremo più da vicino le affermazioni dello studio e cercheremo di gettare luce sulla situazione da una prospettiva scientifica.

 

COS’E’ L’ERITRITOLO

L'eritritolo è un poliolo costituito da quattro atomi di carbonio con la formula C4H10O4 ed è naturalmente presente in frutta, verdura e prodotti alimentari fermentati [2].

La sua popolarità è cresciuta grazie al suo potere calorico praticamente nullo e al basso indice glicemico e insulinemico. Per approfondire la tematica dei polioli, puoi leggere questo articolo.

A livello regolamentare, l'eritritolo è generalmente riconosciuto come sicuro (GRAS) dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti [3] e autorizzato per l'uso negli alimenti in Europa [4].

 

COSA DICE LO STUDIO DI NATURE

Partiamo innanzitutto dal titolo: l’eritritolo viene descritto subito come un dolcificante “artificiale” e si insisterà su questo punto in tutto l’articolo, come se si volesse mettere sullo stesso piano polioli e dolcificanti intensivi. (es. l’aspartame, l’acesulfame K, ecc.)

Successivamente gli autori iniziano a dipingere un'immagine ancora più negativa dell'eritritolo. Ad esempio, citano uno piccolo studio prospettivo effettuato su alcune matricole universitarie, secondo cui i livelli di eritritolo nel sangue erano correlati all'aumento del peso corporeo. [5]

Ma lo studio di Nature indica qualcosa di ancora peggiore: "i risultati confermano che i livelli circolanti di eritritolo sono associati al rischio di eventi cardiovascolari avversi, indipendentemente dai tradizionali fattori di rischio CVD".

La ricerca aveva un obiettivo semplice: trovare sostanze chimiche o composti sconosciuti nel sangue in soggetti che potrebbero avere il rischio di infarto, ictus o morte nei successivi tre anni. Per fare ciò, il team ha iniziato ad analizzare 1.157 campioni di sangue, raccolti tra il 2004 e il 2011, in soggetti a rischio di malattie cardiache. [6]

Per confermare questi risultati, il team di ricercatori ha testato un altro lotto di campioni di sangue di oltre 2.100 persone negli Stati Uniti [7] e altri 833 campioni raccolti dai colleghi in Europa fino al 2018 [7]. Circa tre quarti dei partecipanti, in tutte e tre le popolazioni, avevano malattie coronariche o alti valori pressione sanguigna, e circa un quinto aveva il diabete. Per più del 50% si trattava di soggetti di genere maschile tra i 60 ei 70 anni.

Ebbene, in tutte e tre le popolazioni, i ricercatori hanno scoperto che livelli più elevati di eritritolo erano ancora una volta correlati a un maggior rischio di infarto, ictus o morte entro i successivi 3 anni.

Nella parte finale [8], lo studio ha voluto esaminare otto volontari sani (sì, hai letto bene: 8!) a cui è stata somministrata una bevanda contenente 30 grammi di eritritolo, la quantità – a detta dei ricercatori – contenuta in una pinta di gelato chetogenico... (!?)

Nei giorni successivi, sono stati monitorati i livelli ematici (millimolari) di eritritolo e il rischio di coagulazione. I risultati affermano che 30 grammi di eritritolo sono stati sufficienti per far salire di mille volte i livelli ematici di eritritolo. E tali valori sono rimasti elevati per i successivi due o tre giorni al di sopra della soglia necessaria per innescare e aumentare il rischio di coagulazione. Infatti gli autori riferiscono che l'aggiunta di eritritolo (in vitro) ad un plasma ematico ricco di piastrine aumenta l'aggregazione piastrinica in risposta all'ADP (adenosina difosfato).

A questo punto, il team di ricercatori era in possesso di tutti gli elementi per un titolo di un articolo estremamente virale!

Alla fine dell’articolo leggiamo anche che “molti studi epidemiologici osservazionali riportano che l'uso di dolcificanti artificiali è associato a vari esiti avversi per la salute, inclusa la mortalità per malattie cardiovascolari”, senza specificare di quali dolcificanti artificiali si tratti.

Detto questo, vediamo di concentrarci sulla scienza.

 

I LIMITI DELLO STUDIO

È importante sottolineare che lo studio in questione è di natura correlazionale, il che significa che non è in grado di stabilire una relazione causa-effetto tra l'eritritolo e gli eventi cardiaci.

Questo tipo di ricerca si concentra sulla comprensione delle correlazioni tra variabili, ma non può dimostrare che una variabile (come l'eritritolo) sia direttamente responsabile di un risultato specifico (come gli eventi cardiaci). Un esempio illustrato è la correlazione tra il consumo di margarina e il tasso di divorzio, dove le due variabili sono chiaramente slegate.

Effettivamente, gli stessi autori della ricerca incriminata, affermano che, in base alla progettazione, questo studio può solo mostrare l'associazione e non la causalità e riconoscono inoltre la possibilità di confusione non modellata (ad esempio, dieta) che potrebbe aver direttamente o indirettamente influenzato i risultati da fattori che non sono inclusi nei loro modelli.

 

UNO DEI LIMITI DELLO STUDIO DICHIARATO DAI RICERCATORI

 

 

 

 

 

Inoltre, poiché i pazienti arruolati mostravano già un'elevata prevalenza di patologie cardiovascolari e fattori di rischio tradizionali, non è possibile determinare la traducibilità dei risultati alla popolazione generale.

Ci sono anche limitazioni all'interpretazione delle misurazioni effettuate in vitro. Storicamente, le misurazioni della funzione piastrinica in vitro si utilizzano per dimostrare gli effetti di farmaci che inibiscono la funzione piuttosto che migliorarla. Questo studio non ha misurato la funzione piastrinica nel sangue dei soggetti a seguito del consumo di eritritolo. Quello che hanno fatto gli autori è stato estrapolare i dati dalle loro misurazioni in vitro per prevedere gli effetti basati sui livelli ematici di eritritolo a seguito del consumo del dolcificante in un gruppo diverso di soggetti. I risultati di questo studio sarebbero stati più convincenti se le misurazioni della funzione piastrinica fossero state effettuate su piastrine di soggetti dopo il consumo di eritritolo vs placebo, o meglio ancora misurando il numero di piastrine circolanti attivate mediante citometria a flusso.

Ma forse il limite più sottovalutato è che l'eritritolo viene sintetizzato in modo endogeno dal glucosio attraverso la via del pentoso-fosfato (PPP) e che è stato dimostrato che alti livelli di eritritolo ematici sono causati da alti livelli di glucosio e stress ossidativo (cosa che accade praticamente in tutti i soggetti affetti da metabolismo glucidico perturbato!), due fattori chiave nella patogenesi delle malattie cardiometaboliche. [9]. In altre parole, sono gli alti livelli di glucosio e di stress ossidativo ad essere correlati alle CVD, mentre l’eritritolo circolante è solo una loro conseguenza.

Il dottor Oliver Jones, professore di chimica alla RMIT University di Victoria in Australia, ha affermato che qualsiasi rischio possibile (ancora non provato) di eccesso di livelli di eritritolo dovrebbe anche essere bilanciato con i reali rischi per la salute del consumo eccessivo di glucosio e ha sostenuto che "poiché le persone nello studio avevano già molti fattori di rischio cardiovascolare, non si può dimostrare che non si tratti di uno di questi altri fattori a causare un aumento del rischio di coagulazione".

 

LE RICERCHE SULL’ERITRITOLO

Esaminiamo ora una serie di studi dedicati all'eritritolo che forniscono un quadro più chiaro dei suoi effetti.

È importante notare che l'eritritolo non sembra avere alcuna influenza sulle concentrazioni di glucosio e insulina nel sangue, e addirittura mostra proprietà protettive sulla funzione endoteliale nei pazienti affetti da diabete di tipo 2  [10, 11, 12]

Uno studio condotto su 24 individui con diabete di tipo 2, che hanno consumato 36 grammi di eritritolo al giorno per 4 settimane, ha concluso che "l'eritritolo, somministrato in modo acuto, ha migliorato la funzione endoteliale misurata attraverso la tonometria arteriosa periferica delle dita. Inoltre, l'assunzione cronica di eritritolo ha ridotto la pressione del polso centrale e ha mostrato una tendenza a ridurre la velocità dell'onda del polso carotideo-femorale. In sintesi, l'uso di eritritolo ha notevolmente migliorato la funzione endoteliale dei vasi sanguigni più piccoli e ha contribuito a ridurre la rigidità dell'aorta centrale". Questo risultato implica un miglioramento della pressione sanguigna e, di conseguenza, una potenziale riduzione del rischio di patologie cardiovascolari. [13]

In uno studio recente, si è scoperto che le concentrazioni di grelina, l'ormone della fame, diminuiscono dopo l'assunzione orale di eritritolo in soggetti sani. [14] Questo aspetto potrebbe avere implicazioni interessanti per la gestione dell'appetito e del peso corporeo.

IInoltre, uno studio pilota ha rivelato che l'assunzione acuta di eritritolo non ha alcun impatto sulle concentrazioni di lipidi nel sangue né sugli acidi urici.[15]

Va sottolineato che l'eritritolo potrebbe avere ulteriori effetti benefici, agendo come antiossidante [16]  e può migliorare la salute dentale negli esseri umani. [17]

 

 

CONCLUSIONI

Detto questo, è fondamentale considerare queste ricerche come parte integrante del contesto e mantenere una chiara distinzione tra correlazione e causalità, nonché tra i livelli endogeni (naturali) ed esogeni (derivati dall'assunzione) di eritritolo in individui sani o a rischio di patologie cardiovascolari.  Gli studi sulle proprietà dell'eritritolo indicano anche effetti benefici sulla salute, come il miglioramento della funzione endoteliale e il potenziale controllo dell'appetito. Inoltre, è importante notare che la ricerca si basa su dati correlazionali e non può dimostrare una causa diretta.

Per ottenere una comprensione più completa degli effetti dell'eritritolo sulle malattie cardiovascolari, ulteriori studi più accurati sono necessari. Nel frattempo, mantenere una dieta equilibrata, fare regolare attività fisica e consultare un professionista della salute rimangono fondamentali per la prevenzione. delle CVD.