La dieta chetogenica: un vero rischio per il cuore?

Negli ultimi tempi, la dieta chetogenica è stata al centro di molte discussioni. Alcuni articoli online sembrano alludere a potenziali rischi per il cuore legati a questa dieta, citando uno studio presentato in una conferenza congiunta tra l'American College of Cardiology e la World Heart Federation. Ma quanto c'è di vero in queste affermazioni? E quali sono i dettagli dello studio?
Cosa dice lo studio
In uno studio condotto su oltre mezzo milione di partecipanti nel Regno Unito, i ricercatori hanno esaminato i dati raccolti dalla UK Biobank, un vasto database prospettico che ha monitorato la salute delle persone per almeno 10 anni. Durante l'iscrizione alla biobanca, 70.684 partecipanti hanno compilato un questionario dietetico di 24 ore e hanno effettuato un prelievo di sangue per misurare i livelli di colesterolo. Tra questi, 305 partecipanti sono emersi come seguaci di una dieta LCHF (Low Carb - High Fat), che prevede un apporto di carboidrati inferiore al 25% delle calorie giornaliere o meno di 100 grammi al giorno, insieme a un apporto di grassi superiore al 45%.
Questi 305 soggetti sono stati confrontati con 1.220 individui che seguivano una "dieta standard" per creare un gruppo di controllo. Entrambi i gruppi avevano una maggioranza di partecipanti di sesso femminile e un'età media di 54 anni, con un indice di massa corporea (BMI) medio di circa 27, indicando sovrappeso.
I risultati dello studio hanno rivelato che coloro che seguivano una dieta LCHF avevano consumato meno proteine vegetali e più grassi animali e saturi rispetto a coloro che aderivano a una dieta standard. Questo gruppo presentava un maggiore rischio di obesità, indice di massa corporea elevato e diabete. Inoltre, il 9,8% dei partecipanti nel gruppo LCHF ha sperimentato eventi cardiovascolari, come occlusioni arteriose, infarti o ictus, rispetto al 4,3% nel gruppo di controllo. Inoltre, i livelli di colesterolo LDL e apolipoproteina B (ApoB) erano significativamente più elevati nel gruppo LCHF rispetto al gruppo standard.
VALORI MEDI A CONFRONTO TRA IL GRUPPO LCHF E DIETA STANDARD
ApoB (1,09 vs. 1,04 g/L; P < 0,001)
Colesterolo LDL (3,8 vs. 3,64 mmol/L; P = 0,004)
Colesterolo totale (6,08 vs. 5,85 mmol/L; P = 0,002)
Trigliceridi (1,34 vs. 1,53 mmol/L; P = 0,001)
Lo studio ha concluso che "il consumo abituale di una dieta autodichiarata a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi era associato ad un aumento dei livelli di colesterolo LDL e ApoB e aumento del rischio di eventi cardiovascolari avversi".
Limiti dello studio
Tuttavia, è importante notare alcuni limiti dello studio:
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La dieta studiata non era una dieta chetogenica, ma una "Low Carb - High Fat" (LCHF). Questa dieta conteneva più carboidrati (fino a 100 grammi al giorno) rispetto a una dieta chetogenica tradizionale, con livelli di chetosi insufficienti (BHB poco superiori a 0,1 mmol/L. La chetosi è definita con livelli di BHB superiori a 0,5 mmol/L)) per considerarla una vera dieta chetogenica. Gli stessi ricercatori riferiscono di aver definito la dieta LCHF "simil-cheto", e non “chetogenica” per la sua maggiore quantità di carboidrati. E anche se fosse stata una chetogenica, sarebbe comunque ben differente dalle terapie nutrizionali medicalmente assistite come le VLCKD, in cui l’apporto lipidico è davvero estremamente ridotto e in cui la chetosi viene indotta spesso con apporti di carboidrati inferiori ai 30 gr. al giorno.
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Il tipo di studio era osservazionale, il che significa che non è possibile stabilire un rapporto di causa ed effetto tra la dieta LCHF e gli eventi cardiovascolari.
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La dieta è stata valutata solo una volta attraverso autovalutazioni, e i livelli di colesterolo sono stati misurati solo una volta.
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Ci sono differenze significative tra i gruppi LCHF e dieta standard, come BMI, obesità e diabete, che potrebbero distorcere i risultati.
Conclusioni
In altre parole, lo studio potrebbe indicare che le persone iscritte nella biobanca del Regno Unito, che hanno dichiarato di seguire una dieta LCHF, erano potenzialmente a un rischio maggiore di malattie cardiache non tanto a causa della dieta stessa, ma piuttosto perché coloro che adottavano questa dieta erano caratterizzati da un intrinseco rischio più elevato.
Per una comprensione completa, sarebbe necessario condurre ulteriori ricerche, come studi randomizzati. Tuttavia, non sorprenderebbe affatto scoprire che un'assunzione di grassi superiore al 45% nella dieta è associata a livelli di colesterolo più elevati.
In effetti, questi risultati sembrano suggerire che un'elevata assunzione di prodotti animali e grassi potrebbe aumentare la probabilità o il rischio di eventi cardiaci, un concetto che la comunità scientifica ha sostenuto per decenni.